Presentazione della mozione "dei 100 circoli".
Cosa c’è in discussione in questo congresso ? Se deve esistere oppure no una forza comunista. Bertinotti la considera una tendenza culturale e voleva scioglierla in un nuovo soggetto politico. Allora, soprattutto dopo una sconfitta così pesante non bisognava fare un congresso con 5 mozioni, ma solo con due mozioni, semplici, brevi, chiare, alla portata di tutti gli iscritti, per fare decidere finalmente agli iscritti, dopo anni di decisioni verticistiche. Bisognava fare un congresso con sole due mozioni alternative, una a favore della liquidazione del partito e l’altra a favore, invece, della ricostruzione di un partito comunista.
Noi siamo gli unici ad aver proposto questa modalità.
Ferrero ci ha risposto di no. Chiedetevi perché. Perché ancora una volta non si vuole dare agli iscritti la possibilità di scegliere fra posizioni chiare. Si vogliono mantenere tutte le ambiguità che hanno portato alla Sinistra Arcobaleno e alla catastrofe elettorale. Non hanno voluto fare una mozione unitaria con tutti coloro che si oppongono alla liquidazione, perché hanno voluto presentare una mozione che non è realmente alternativa a quella di Vendola. Sia quella di Vendola che quella di Ferrero sono due mozioni molto simili, due varianti della stessa politica, che infatti sono state d’accordo fino all’ultimo su tutto, fino alla catastrofe della Sinistra Arcobaleno. Solo dopo la sconfitta è emersa questa divisione, che appare dunque solo un scontro di potere. Lo scontro fra Vendola e Ferrero è come lo scontro in campagna elettorale fra centro-destra e centro-sinistra, è come la competizione fra Berlusconi e Veltroni. Tant’è vero che proprio come Berlusconi e Veltroni si accusano reciprocamente di essersi copiati i programmi. Infatti, se leggete le prime due mozioni non si capiscono le differenze. La mozione Ferrero sembra la fotocopia di quella Vendola, e la fotocopia – come abbiamo detto sempre al centro-sinistra – è sempre peggio dell’originale.
Per questo siamo stati costretti a fare un’altra mozione, una mozione realmente alternativa alla liquidazione bertinottiana, che altrimenti non ci sarebbe stata.
La nostra mozione dice sostanzialmente 5 cose, diverse da tutti gli altri.
La sconfitta elettorale è catastrofica, è una sconfitta storica. La situazione nel partito, nella sinistra, nel Paese, è cambiata radicalmente. Il 3% per tutta la sinistra, tre milioni di voti persi in due anni, per la prima volta nella storia della Repubblica nessun esponente comunista e di sinistra in parlamento. Questo è il risultato della scelta di andare al governo e di cancellare la falce e martello dal simbolo elettorale. Quindi ci sono delle precise responsabilità per questa sconfitta, non è vero che hanno tutti le stesse responsabilità. E no ! Dire questo è qualunquismo, è come chi dice che i partiti sono tutti uguali, sia quelli che hanno governato che quelli che hanno fatto opposizione. C’è stato chi ha condiviso questa linea e tutte le scelte Bertinotti, Vendola, Ferrero, Mantovani, e chi, come noi, da anni si è opposto a questa linea.
Il superamento di Rifondazione Comunista nella Sinistra Arcobaleno non è cominciato in campagna elettorale. Quello è stato l’epilogo di un lungo processo di snaturamento dell’identità comunista del partito. Da anni nel partito, con il consenso e con l’accordo di tutto il gruppo dirigente e quindi sia di Bertinotti che di Ferrero, non si nomina nemmeno più il comunismo, la necessità di un partito comunista, che infatti non viene citato neanche una volta in nessuna delle altre mozioni, tranne la nostra. Fate la prova, trovatemi una volta, una sola volta in tutti gli altri documenti le parole "partito comunista". Tutti dicono che bisogna salvare e rilanciare Rifondazione, nessuno dice che la rifondazione deve essere non della sinistra, ma di un partito comunista. Allora cos’è che bisogna salvare ? La rifondazione di che ? Noi invece pensiamo che ciò che bisogna salvare da questo disastro e da questa liquidazione è l’idea comunista, è l’idea della rinascita di una forza comunista. Per questo bisogna rilanciare un processo di ricostruzione di un partito comunista con tutti i comunisti che in questi anni sono andati via e che sono disponibili a ricominciare. L’unità dei comunisti è la condizione indispensabile per l’unità della sinistra: questa è l’unica soluzione per rilanciare la sinistra che ancora c’è e il movimento dei lavoratori, nel disastro della vittoria della destra e della subalternità alla destra del Partito democratico. Altrimenti si distruggerà anche quel poco che è rimasto a sinistra.
La nostra mozione è l’unica che denuncia anche l’assenza in Italia di un sindacato di lotta, autonomo dai governi, ma rappresentante unicamente degli interessi dei lavoratori. Per questo i lavoratori sono stati sconfitti negli anni scorsi. Per questo si è ridotto drasticamente il potere d’acquisto dei salari, è aumentata la precarietà, la povertà e gli incidenti sul lavoro. Il sindacato non fa più da tempo il suo mestiere. Per questo proponiamo, assieme alla ricomposizione dei comunisti, anche la ricostruzione di un sindacato di lotta, alternativo alla impostazione concertativa di Cgil, Cisl e Uil, in un processo di unità di tutte le aree sindacali di classe e di lotta, fuori e dentro la Cgil. L’unità fra le sinistre della Cgil (Lavoro e Società, la Rete 28 aprile, la Fiom) e l’unità di tutto il sindacalismo di base e di classe, verso un processo di ricostruzione di un sindacato di lotta, non concertativo. Questa è l’unica condizione per il rilancio del movimento dei lavoratori, per resistere all’attacco dei grandi padroni e del governo, e per tentare di strappare qualche risultato. I primi due documenti non parlano neanche di questo problema, ma allora quale sinistra vogliono ricostruire ? La nostra proposta invece è chiara: nuovo partito comunista e nuovo sindacato di classe e di massa. Non c’è alternativa se si vuole risalire la china. Il resto sono chiacchiere al vento.
La nostra mozione è l’unica che parla anche della gravissima situazione internazionale, dei pericoli di guerra mondiale ai quali ci sta portando l’imperialismo americano. Guerra in Iraq, guerra in Afghanistan, minacce di guerra all’Iran, riarmo nucleare in Europa, spese militari alle stelle. Abbiamo abbandonato la lotta contro la guerra e per la pace. Bisogna riprenderla e bisogna rilanciare l’internazionalismo, la lotta congiunta con altri parti comunisti e di sinistra del mondo contro il capitalismo e l’imperialismo, per la solidarietà fra i popoli e per l’unità dei lavoratori di tutto il mondo.
Infine serve un cambiamento radicale di gruppi dirigenti. Chi ha portato a questa disfatta non può continuare a dirigere il partito. Ferrero ha dichiarato, onestamente, che si sente corresponsabile della sconfitta catastrofica. Del resto è stato ministro del governo Prodi. Non può essere quindi una alternativa a Bertinotti. Chi ha sbagliato deve mettersi da parte, non è credibile agli occhi del partito e dei lavoratori. Affinchè il partito esca dalla sua profondissima crisi è necessario che venga diretto da chi in questi anni ha espresso coerentemente un forte e chiaro dissenso, limpidamente, controcorrente e subendo discriminazioni. Per questo chiediamo il voto alla nostra mozione, altrimenti se prevarranno le due mozioni falsamente alternative, quella di Vendola e quella di Ferrero, verrà liquidato anche ciò che rimane di Rifondazione Comunista, anche se a parole oggi tutti dicono di volerla salvare. Sono i fatti quelli che contano non le parole.
blog di sostegno alla mozione dei cento circoli - centocircolicaserta@gmail.com
sabato 31 maggio 2008
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